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Edizione 2014
100 ANNI DALLA SCOPERTA DELLA DIFFRAZIONE DEI RAGGI X: ANNO INTERNAZIONALE DELLA CRISTALLOGRAFIA
Nel Luglio 2012 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite ha dichiarato il 2014 Anno Internazionale della Cristallografia, a 100 anni dall’assegnazione del Premio Nobel a Max von Laue per la scoperta della diffrazione dei raggi-X da parte dei cristalli. La mineralogia prima della scoperta dei raggi X si limitava allo studio dei cristalli attraverso la composizione chimica e morfologia esterna.Per la perfezione geometrica dei cristalli, alcuni studiosi ipotizzarono che al loro interno la materia fosse ordinata in modo regolare, ma si trattava solo di una teoria. La scoperta dei raggi X ne ha dimostrato la validità, fornendo un potentissimo mezzo per risolvere la struttura interna dei cristalli. Ora è possibile definire con precisione la ripetizione periodica reticolare (cella elementare) e la posizione reciproca degli atomi, fondamentale per una caratterizzazione precisa di ciascuna specie cristallina, minerale o artificiale. È la nascita della cristallografia moderna.La moderna cristallografia ha portato vantaggi anche in campi diversi dalla mineralogia; è fondamentale per le scienze dei materiali, fisica, chimica e biologia. Grazie alle applicazioni cristallografiche oggi conosciamo la struttura del DNA e dei virus, produciamo memorie per computer e materiali sempre più efficienti e progettiamo nuovi farmaci.
La 45a edizione del Bologna Mineral Show celebra questo evento con una mostra tematica realizzata grazie alla collaborazione di importanti Musei e collezionisti privati, dando ampio spazio ai vari aspetti della cristallografia, prima e dopo la scoperta dei raggi X, con materiale storico, scientifico e mineralogico.
Il cuore della tematica nasce dalla mostra “CRISTALLI”, dove, in collaborazione con la sezione di Mineralogia dell’Università di Padova, verrà allestito un percorso espositivo sulla scoperta dei raggi X e sulle applicazioni in mineralogia, privilegiando gli aspetti più vicini al mondo del collezionismo. L’Università di Padova ha predisposto un percorso espositivo con pannelli che illustrano i concetti di periodicità e di simmetria, fondamentali per lo studio dei cristalli, icone mineralogiche, minerali di qualità gemmologica, copie di libri, strumenti antichi, oltre ad un settore dedicato alle applicazioni nella società, come elementi nativi, solfuri, solfati e carbonati, con una particolare attenzione alle zeoliti, minerali ampiamente utilizzati in campo civile ed industriale. Oltre all'Università di Padova, altre Istituzioni sono coinvolte nell'organizzazione di questo importante evento.
Il Museo di Storia Naturale di Parigi sarà presente con alcuni reperti di eccezionale valore, tra cui il goniometro usato da Haüy per la determinazione degli angoli dei cristalli e alcuni dei suoi modelli cristallografici in legno; da Parigi arriveranno anche i modelli cristallografici di Romé de L’Isle che, con Haüy, è da considerarsi uno dei padri fondatori della cristallografia. Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino porterà una pregevolissima collezione di cristalli di pirite studiati da Strüver, unitamente alle pubblicazione relative ai lavori effettuati ("Studi sulla pirite del Piemonte e dell'Elba” 1869).
Il Museo di Storia Naturale di Milano esporrà alcuni campioni di eccezionale valore mineralogico ed estetico.
Importante anche il contributo di Renato Pagano e Massimo Tomalino con l'apporto di importanti documenti storici. In questo particolare settore espositivo verranno inoltre esposti campioni mineralogici estetici e rappresentativi per le classi cristallografiche, provenienti da Musei e collezioni private.
Il cuore della tematica nasce dalla mostra “CRISTALLI”, dove, in collaborazione con la sezione di Mineralogia dell’Università di Padova, verrà allestito un percorso espositivo sulla scoperta dei raggi X e sulle applicazioni in mineralogia, privilegiando gli aspetti più vicini al mondo del collezionismo. L’Università di Padova ha predisposto un percorso espositivo con pannelli che illustrano i concetti di periodicità e di simmetria, fondamentali per lo studio dei cristalli, icone mineralogiche, minerali di qualità gemmologica, copie di libri, strumenti antichi, oltre ad un settore dedicato alle applicazioni nella società, come elementi nativi, solfuri, solfati e carbonati, con una particolare attenzione alle zeoliti, minerali ampiamente utilizzati in campo civile ed industriale. Oltre all'Università di Padova, altre Istituzioni sono coinvolte nell'organizzazione di questo importante evento.
Il Museo di Storia Naturale di Parigi sarà presente con alcuni reperti di eccezionale valore, tra cui il goniometro usato da Haüy per la determinazione degli angoli dei cristalli e alcuni dei suoi modelli cristallografici in legno; da Parigi arriveranno anche i modelli cristallografici di Romé de L’Isle che, con Haüy, è da considerarsi uno dei padri fondatori della cristallografia. Il Museo Regionale di Scienze Naturali di Torino porterà una pregevolissima collezione di cristalli di pirite studiati da Strüver, unitamente alle pubblicazione relative ai lavori effettuati ("Studi sulla pirite del Piemonte e dell'Elba” 1869).
Il Museo di Storia Naturale di Milano esporrà alcuni campioni di eccezionale valore mineralogico ed estetico.
Importante anche il contributo di Renato Pagano e Massimo Tomalino con l'apporto di importanti documenti storici. In questo particolare settore espositivo verranno inoltre esposti campioni mineralogici estetici e rappresentativi per le classi cristallografiche, provenienti da Musei e collezioni private.
LABORATORI PORTATILI PER L’ANALISI DEI MINERALI
In abbinamento alla mostra tematica sulla cristallografia Renato ed Adriana Pagano esporranno la loro collezione di laboratori portatili usati dai pionieri della mineralogia per la determinazione dei minerali. Questa collezione è considerata la più grande oggi esistente ed è composta da laboratori che hanno più di 100 anni.
BOLCA E I SUOI FOSSILI
Bolca di Vestenanuova è un piccolo paesino sui monti Lessini orientali a circa 850 m di quota.
Nei pressi di Bolca, si trovano numerosi giacimenti fossiliferi tra cui la Pesciara ed il Monte Postale. Questi due siti sono i più conosciuti ed importanti al mondo, per il numero, la varietà e lo stato di conservazione dei reperti fossili. Infatti, Bolca con i suoi giacimenti, costituisce nel mondo un unicum per la ricchezza dei ritrovamenti fossiliferi, prevalentemente pesci e piante, ma anche crostacei, meduse, insetti, piume d’uccello, ecc. risalenti a circa 50 milioni di anni fa. Si tratta della più importante area fossilifera attribuita all’Eocene, che abbia restituito una così abbondante varietà di organismi animali (dagli insetti ai coccodrilli) e di piante (dalle Rosacee alle palme) in perfetto stato di conservazione. L’unicità dei fossili di Bolca consiste anche nel fatto che molti dei reperti hanno anche un incredibile valore estetico per l’evidenza delle caratteristiche dei fossili stessi e per la loro particolarità: basti pensare ai famosi pesce angelo incomparabili sia per bellezza che per valore scientifico. Bolca, con i giacimenti della Pesciara e del Monte Postale, con la sua straordinaria storia e realtà scientifica, rappresenta per la collettività nazionale ed internazionale un patrimonio di inestimabile valore. Altri importanti giacimenti fossiliferi sono quelli del Monte Purga di Bolca - Monte Vegroni, dove fino al primo dopoguerra le ligniti sono state oggetto di estrazione e commercializzate come combustibile e durante i lavori di coltivazione, che avvenivano per lo più in galleria, sono state rinvenute numerose e stupende palme (Latanites, Phoenicites, ecc.), alte parecchi metri sia con fronde a ventaglio che pennate, oltre a tartarughe (Trionyx, nota come “tartaruga a guscio molle”) e coccodrilli (Crocodilusvicetinus).
I fossili di Bolca sono conosciuti da lungo tempo anche se non è noto quando è stato scoperto il giacimento fossilifero. Le prime notizie certe risalgono ad un documento di Andrea Mattioli del 1555, mentre è del 1571 l’importante raccolta del farmacista Francesco Calzolari di Verona che nel suo museo (il primo museo naturalistico conosciuto al mondo) esponeva, tra i vari materiali naturalistici, anche alcuni pesci di Bolca. I fossili, seppure noti fino dall’antichità classica, acquistano il loro moderno significato solo nel XVII secolo quando, riconosciuta la loro origine organica, vengono identificati come resti di organismi vissuti nel passato.
E’ da oltre 200 anni che la famiglia Cerato è impegnata nel paziente, faticoso ma altrettanto appassionante lavoro di estrazione dei reperti fossili provenienti da Bolca. Tale lavoro è difficile e richiede una tecnica particolare di scavo che prevede la separazione delle varie lamine calcaree che custodiscono i resti di organismi fossilizzati. Nelle operazioni di estrazione, ricerca e restauro dei fossili, i Cerato sono da sempre professionisti specializzati oltre che i più approfonditi conoscitori del territorio. Questa loro specificità deriva anche da una tradizione orale della famiglia, tradizione che si perpetua da generazioni. Nel corso di tutti questi anni di ricerca si stima che dalla Pesciara siano stati estratti oltre 100.000 pesci perfettamente fossilizzati. Una interessante esposizione di alcuni di questi pesci fossili, tra cui il bellissimo pesce angelo, saranno in esposizione al 45° BOLOGNA MINERAL SHOW che si terrà il 7 - 8 - 9 marzo 2014 presso l'UNIPOL ARENA, via Gino Cervi 2a Casalecchio di Reno, Bologna.
Nei pressi di Bolca, si trovano numerosi giacimenti fossiliferi tra cui la Pesciara ed il Monte Postale. Questi due siti sono i più conosciuti ed importanti al mondo, per il numero, la varietà e lo stato di conservazione dei reperti fossili. Infatti, Bolca con i suoi giacimenti, costituisce nel mondo un unicum per la ricchezza dei ritrovamenti fossiliferi, prevalentemente pesci e piante, ma anche crostacei, meduse, insetti, piume d’uccello, ecc. risalenti a circa 50 milioni di anni fa. Si tratta della più importante area fossilifera attribuita all’Eocene, che abbia restituito una così abbondante varietà di organismi animali (dagli insetti ai coccodrilli) e di piante (dalle Rosacee alle palme) in perfetto stato di conservazione. L’unicità dei fossili di Bolca consiste anche nel fatto che molti dei reperti hanno anche un incredibile valore estetico per l’evidenza delle caratteristiche dei fossili stessi e per la loro particolarità: basti pensare ai famosi pesce angelo incomparabili sia per bellezza che per valore scientifico. Bolca, con i giacimenti della Pesciara e del Monte Postale, con la sua straordinaria storia e realtà scientifica, rappresenta per la collettività nazionale ed internazionale un patrimonio di inestimabile valore. Altri importanti giacimenti fossiliferi sono quelli del Monte Purga di Bolca - Monte Vegroni, dove fino al primo dopoguerra le ligniti sono state oggetto di estrazione e commercializzate come combustibile e durante i lavori di coltivazione, che avvenivano per lo più in galleria, sono state rinvenute numerose e stupende palme (Latanites, Phoenicites, ecc.), alte parecchi metri sia con fronde a ventaglio che pennate, oltre a tartarughe (Trionyx, nota come “tartaruga a guscio molle”) e coccodrilli (Crocodilusvicetinus).
I fossili di Bolca sono conosciuti da lungo tempo anche se non è noto quando è stato scoperto il giacimento fossilifero. Le prime notizie certe risalgono ad un documento di Andrea Mattioli del 1555, mentre è del 1571 l’importante raccolta del farmacista Francesco Calzolari di Verona che nel suo museo (il primo museo naturalistico conosciuto al mondo) esponeva, tra i vari materiali naturalistici, anche alcuni pesci di Bolca. I fossili, seppure noti fino dall’antichità classica, acquistano il loro moderno significato solo nel XVII secolo quando, riconosciuta la loro origine organica, vengono identificati come resti di organismi vissuti nel passato.
E’ da oltre 200 anni che la famiglia Cerato è impegnata nel paziente, faticoso ma altrettanto appassionante lavoro di estrazione dei reperti fossili provenienti da Bolca. Tale lavoro è difficile e richiede una tecnica particolare di scavo che prevede la separazione delle varie lamine calcaree che custodiscono i resti di organismi fossilizzati. Nelle operazioni di estrazione, ricerca e restauro dei fossili, i Cerato sono da sempre professionisti specializzati oltre che i più approfonditi conoscitori del territorio. Questa loro specificità deriva anche da una tradizione orale della famiglia, tradizione che si perpetua da generazioni. Nel corso di tutti questi anni di ricerca si stima che dalla Pesciara siano stati estratti oltre 100.000 pesci perfettamente fossilizzati. Una interessante esposizione di alcuni di questi pesci fossili, tra cui il bellissimo pesce angelo, saranno in esposizione al 45° BOLOGNA MINERAL SHOW che si terrà il 7 - 8 - 9 marzo 2014 presso l'UNIPOL ARENA, via Gino Cervi 2a Casalecchio di Reno, Bologna.
I MINERALI DELLA MINIERA DI VIGNOLA: BARITE, FLUORITE e QUARZO
La varietà delle specie mineralogiche e la rarità di alcune di esse fanno di Vignola una delle miniere più interessanti del Trentino.
Dell'attività mineraria della zona si ha notizia fin dal Medioevo, quando numerose concessioni erano rilasciate a imprenditori per la coltivazione della galena argentifera.
Dal 1954 ebbe inizio lo sfruttamento industriale per l'estrazione della fluorite (richiesta principalmente in fonderia) e al recupero dei minerali presenti quali piombo, zinco, rame e bario. Furono tracciati otto livelli allineati in altezza da quota 1064 a 1333 per uno sviluppo complessivo di circa tre chilometri.
Le gallerie sono collegate fra loro da camini e tramogge per lo scarico del materiale portato a giorno dalla galleria più bassa, vicino alla strada, per essere trasportato a lavorazione nello stabilimento di Pergine Valsugana.
La miniera fu definitivamente chiusa nel 1968.
Cubi di fluorite di oltre 30 cm di spigolo,cristalli limpidissimi di barite rinvenuti da Federico Morelli, Sandro e Ugo Zampedri nella famosa miniera di Vignola in Trentino saranno in esposizione al 45° BOLOGNA MINERAL SHOW che si terrà il 7 - 8 - 9 marzo 2014 presso l'UNIPOL ARENA, via Gino Cervi 2a Casalecchio di Reno, Bologna.
Dell'attività mineraria della zona si ha notizia fin dal Medioevo, quando numerose concessioni erano rilasciate a imprenditori per la coltivazione della galena argentifera.
Dal 1954 ebbe inizio lo sfruttamento industriale per l'estrazione della fluorite (richiesta principalmente in fonderia) e al recupero dei minerali presenti quali piombo, zinco, rame e bario. Furono tracciati otto livelli allineati in altezza da quota 1064 a 1333 per uno sviluppo complessivo di circa tre chilometri.
Le gallerie sono collegate fra loro da camini e tramogge per lo scarico del materiale portato a giorno dalla galleria più bassa, vicino alla strada, per essere trasportato a lavorazione nello stabilimento di Pergine Valsugana.
La miniera fu definitivamente chiusa nel 1968.
Cubi di fluorite di oltre 30 cm di spigolo,cristalli limpidissimi di barite rinvenuti da Federico Morelli, Sandro e Ugo Zampedri nella famosa miniera di Vignola in Trentino saranno in esposizione al 45° BOLOGNA MINERAL SHOW che si terrà il 7 - 8 - 9 marzo 2014 presso l'UNIPOL ARENA, via Gino Cervi 2a Casalecchio di Reno, Bologna.
CARATTERISTICO RITROVAMENTO DI TORMALINA
Il sito mineralogico della Val di Rabbi è noto ai cercatori di minerali fin dagli anni ‘70 del ‘900, quando vennero alla luce campioni di tormalina nera (schorl) di oltre 30 cm di lunghezza, i più grandi delle Alpi per questo minerale. Negli anni successivi il giacimento fu coperto da una frana e riportato alla luce negli anni 2000.
Ritrovamento del reperto
Il peso originario del campione ritrovato da Valentinelli Valentino era di 150kg i cristalli di tormalina erano immersi in una matrice di quarzo e albite che è stata rimossa con molta attenzione per non danneggiare i cristalli di tormalina.
Il peso originario del campione ritrovato da Valentinelli Valentino era di 150kg i cristalli di tormalina erano immersi in una matrice di quarzo e albite che è stata rimossa con molta attenzione per non danneggiare i cristalli di tormalina.
Le tormaline
Le tormaline sono un gruppo di minerali appartenenti alla classe dei ciclosilicati. Esistono vari tipi di tormaline, che si differenziano per composizione chimica e diverse colorazioni. La più comune è la tormalina nera e opaca, nota come schorl, con formula NaFe23+Al6(Si6O18)(BO3)3(OH)3OH. Altre tormaline, in particolare l’elbaite, grazie alla trasparenza e ai vivaci colori che la caratterizzano, sono utilizzate per ricavarne gemme molto ricercate.
Le tormaline sono un gruppo di minerali appartenenti alla classe dei ciclosilicati. Esistono vari tipi di tormaline, che si differenziano per composizione chimica e diverse colorazioni. La più comune è la tormalina nera e opaca, nota come schorl, con formula NaFe23+Al6(Si6O18)(BO3)3(OH)3OH. Altre tormaline, in particolare l’elbaite, grazie alla trasparenza e ai vivaci colori che la caratterizzano, sono utilizzate per ricavarne gemme molto ricercate.
Perchè cristalli così grandi?
Cristalli di grandi dimensioni come le tormaline della Val di Rabbi si formano all’interno di rocce magmatiche costituite da cristalli di grossa taglia, le cosiddette pegmatiti, che si presentano sotto forma di filoni potenti anche alcuni metri. Le pegmatiti si originano a partire dai fluidi residui di una massa di magma che si sta solidificando in profondità; al loro interno si concentrano elementi chimici particolari (molto “leggeri” o molto “pesanti”), oltre ai componenti più volatili del magma. La concentrazione di elementi volatili è la chiave del “gigantismo” dei cristalli: abbassa la viscosità del fluido, ostacola la formazione di nuovi cristalli e permette così agli ioni di muoversi a grande distanza “alimentando” al meglio la crescita dei pochi cristalli presenti.
Cristalli di grandi dimensioni come le tormaline della Val di Rabbi si formano all’interno di rocce magmatiche costituite da cristalli di grossa taglia, le cosiddette pegmatiti, che si presentano sotto forma di filoni potenti anche alcuni metri. Le pegmatiti si originano a partire dai fluidi residui di una massa di magma che si sta solidificando in profondità; al loro interno si concentrano elementi chimici particolari (molto “leggeri” o molto “pesanti”), oltre ai componenti più volatili del magma. La concentrazione di elementi volatili è la chiave del “gigantismo” dei cristalli: abbassa la viscosità del fluido, ostacola la formazione di nuovi cristalli e permette così agli ioni di muoversi a grande distanza “alimentando” al meglio la crescita dei pochi cristalli presenti.
I PARCHI PALEONTOLOGICI ASTIGIANI
L’Ente Parchi Astigiani gestisce le aree naturali protette della provincia di Asti in cui l’aspetto peculiare è la notevole presenza di fossili di organismi marini e per valorizzare questi reperti sta realizzando il Museo Paleontologico dell’Astigiano.
Nello spazio espositivo dedicato nella manifestazione di Bologna Mineral Show, attraverso una serie di pannelli descrittivi verrà spiegato il mondo dei fossili e la realtà paleontologica del Piemonte centrale.
Sarà esposta inoltre la ricostruzione della mandibola del gigantesco squalo fossile Megalodonte, che dominò i mari di quasi tutto il mondo intorno ai 20 milioni di anni fa, insieme a numerose conchiglie fossili risalenti a circa 3 milioni di anni fa, estratte dalle aree astigiane.
Nello spazio espositivo dedicato nella manifestazione di Bologna Mineral Show, attraverso una serie di pannelli descrittivi verrà spiegato il mondo dei fossili e la realtà paleontologica del Piemonte centrale.
Sarà esposta inoltre la ricostruzione della mandibola del gigantesco squalo fossile Megalodonte, che dominò i mari di quasi tutto il mondo intorno ai 20 milioni di anni fa, insieme a numerose conchiglie fossili risalenti a circa 3 milioni di anni fa, estratte dalle aree astigiane.
IL GIOIELLO ARTISTICO
Quest’anno anche Bijoux Expo avrà la sua Mostra Tematica sul Gioiello Artistico, sviluppata sul soggetto de “I 4 Elementi” (Fuoco, Terra, Aria, Acqua) attraverso le straordinarie creazioni di Sarah Sudcowsky, Giorgio Borghi, Maurizio Balboni, Simone Minonzio e Massimo Campagnolo.
Non dubitiamo che sapranno stupirci ancora, con nuove strepitose opere scaturite dalla loro fantasia e materializzate dalla loro abilità con l’aiuto dei più svariati materiali (dall’oro zecchino alla corda in cotone; dalla piastra in rame ossidato al filo d’argento; per finire con la pasta in fibra naturale; il tutto modellato e scolpito a mano in pezzi unici ed irripetibili.). A caratterizzare ogni gioiello, inoltre, sarà la presenza di gemme e minerali in forma naturale cristallina in veste di protagonisti.
Non dubitiamo che sapranno stupirci ancora, con nuove strepitose opere scaturite dalla loro fantasia e materializzate dalla loro abilità con l’aiuto dei più svariati materiali (dall’oro zecchino alla corda in cotone; dalla piastra in rame ossidato al filo d’argento; per finire con la pasta in fibra naturale; il tutto modellato e scolpito a mano in pezzi unici ed irripetibili.). A caratterizzare ogni gioiello, inoltre, sarà la presenza di gemme e minerali in forma naturale cristallina in veste di protagonisti.